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Settembre 14th, 2009 at 08:34

Ad Alberto Bettiol la 42° edizione della Coppa d’Oro

(da l’Adige di lunedì 14 settembre)

Nella Coppa d’Oro numero quarantadue, la Toscana fa tredici e il Trentino fa dodici. Tredici volte – nel primo caso – in cui è un corridore figlio della terra di Dante, del Chianti, di Bartali a fare sua la corsa borghigiana. Dodici anni – nel secondo – senza che sia un figlio delle valli di Rosmini, del Marzemino, dei Moser a conquistare la corsa più ambita per Allievi in Italia. Eppure, nel gran giorno di Alberto Bettiol da Castelfiorentino, sembrava potesse essere l’anno buono di un trentino. Come tre anni fa, con Moreno Moser: un trentino in maglia Montecorona, tra i favoriti della vigilia, a gioc ricevono i corridori a Borgo, dato  vhe la vittoria formale, nella corsa a loro dedicata, va ai diesse). Ieri, la maglia della Montecorona lì davanti era tricolore, era quella   del campione italiano Stefano Nardelli. Ma l’epilogo è stato lo stesso di tre anni fa: terzo posto. Nulla da fare per il gardoloto, comunque generosissimo e alla fine soddisfatto (aveva un problema alla coscia), nulla da fare per il suo tecnico Adriano Girardi, che si ritrova ancora una volta sul gradino più basso del podio dopo averla peraltro già vinta, la Coppa d’Oro, con l’ex prof oggi convertitosi biker Ivan Degasperi. Insomma, con il Trentino ancora a bocca asciutta ma con il trentino di turno che comunque non fa drammi (anche perché nell’anno del tricolore l’eventuale sigillo borghigiano non avrebbe rappresentato altro che una ciliegina su una torta già principesca), c’è allora la possibilità di applaudire Bettiol e godersi la sua bella rivincita. Perché se è vero che la bicicletta è una metafora della vita, la corsa valsuganotta di ieri ha dimostrato che c’è sempre una seconda occasione: chiedere per conferma appunto a Bettiol. Uno che un anno fa, sullo stesso traguardo di via Spagolla, era arrivato secondo. C’è sempre una seconda occasione, se la si sa meritare, cercare, volere: dodici mesi fa si era visto beffare dall’outsider padovano Emanuele Favero, ieri si è guardato bene dal commettere il minimo errore, nelle fasi finali. Fasi finali che sono stati proprio Bettiol, Nardelli e il romano (non «de Roma », ma quasi: 70 km più a est, Olevano Romano) Simone Sterbini – secondo al traguardo – a infiammare. I portacolori di Sc Castelfiorentino, Borgonovo Milior Fiuggi e Montecorona Garbari Arcese, se ne sono andati (su «input» proprio di Nardelli, che  aveva già tentato l’allungo a Tenna, dopo 20 km) al sessantesimo degli 81,5 km del percorso, ai piedi della salita per Telve, quando con loro c’era ancora anche Marco Pretolani (Sc Baracca). Fino a quel momento la gara non aveva fatto registrare che scaramucce, ad esclusione del coraggioso quanto azzardato tentativo del ligure del Bottegone Luca Cappelli, dodici vittorie stagionali e quasi tutte con attacchi da lontano: ma ieri non è andata. Al primo scollinamento a Telve (salita da affrontare poi, come sempre, anche una seconda volta) è Sterbini a fare l’andatura, davanti a Bettiol e Nardelli: mentre Pretolani perde contatto, il primo passaggio a Borgo vede i tre attaccanti ancora al comando, col gruppo allungatissimo a 30” e la coppi Scalabrini (Ravasio) Sacchetti (Quattro strade) che prova a rientrare sui battistrada. Ma Nardelli, Sterbini e Bettiol aumentano il vantaggio nell’ultimo giro e affrontano la seconda «Telve » a tutta, con Nardelli che (sul terreno a lui più congeniale) tenta la prova di forza. Una mossa obbligata per lui, che in volata non fa certo miracoli: che tuttavia non dà i frutti sperati. Anzi, Sterbini e Bettiol scollinano con una quarantina di metri sul tricolore, sfruttando un suo lieve cedimento. In discesa verso Borgo, Nardelli ricuce sul tandem di testa, ma è chiaro a tutti quelli che ne conoscono le caratteristiche che difficilmente riuscirà a farcela. Anche perché Sterbini e Bettiol sono reduci – una settimana fa – dalla 62ª «Dino Diddi» in cui erano in fuga e sono stati ripresi in extremis: quindi procedono attentissimi ad ogni mossa di Nardelli, con Bettiol (nella foto di Remo Mosna all’arrivo in via Spagolla) che – un anno dopo – nel centro di Borgo l’ultima curva la fa alla perfezione, lasciando davanti Sterbini per poi infilarlo in volata. E regalare così la più bella rivincita a sé stesso e la più bella vittoria al suo diesse Velio Bigazzi.

42° coppa d'oro per allievi

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