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Settembre 15th, 2008 at 09:43

Ad Emanuele Favero la 41° edizione della Coppa d’Oro

(da l’Adige del 15 settembre 2008)

di Leonardo Pontalti

Più che una corsa di biciclette, è stata un continuo rimando a passi biblici, la Coppa d’Oro 2008. Vuoi perché per gran parte delle due ore di corsa pioveva così forte che nessuno si sarebbe sorpreso nel veder spuntare un’arca, un simpatico barbuto e schiere di fauna assortita a coppie alle spalle del castello che domina Borgo. Vuoi perché Emanuele Favero ha corso in versione «alfa e omega»: primo allungo di giornata, e primo sul traguardo. Vuoi perché il quindicenne padovano (i sedici li compirà solo a dicembre), ha incarnato in pieno un paio di passi e moniti tra i più noti: «alzati e cammina» e «gli ultimi saranno i primi»: per lui infatti, una caduta a inizio gara e – in due anni da Allievo – mai una vittoria su strada. Bene in pista, tanti piazzamenti, ma mai un successo in linea. Acuto rompi-ghiaccio che, guarda un po’, è arrivato nel giorno che da oltre quarant’anni è il più importante per ogni promessa della categoria, dal Brennero a Pantelleria. Una bella favola insomma, quella di «Manu», come lo chiama papà. Già, perché il vincitore di ieri, è pure figlio d’arte: Fiorenzo Favero correva nella Sammontana, con Moreno Argentin. E pure lui l’ha fatta la Coppa d’Oro, «nel ’71, l’anno che vinse Giovanni Zago. Io feci quinto». Ieri suo figlio ha fatto pure meglio, imponendosi imperiosamente in volata lungo il rettilineo di via Spagolla e cogliendo così il primo successo in due anni dopo aver rifilato una bicicletta e mezza a due (i toscani Alberto Bettiol e Andrea Manfredi) che insieme invece di acuti ne hanno all’attivo bene o male una quindicina, solo in questo 2008. Il bello del ciclismo, con gioiose stranezze alla faccia di statistiche e probabilità che solo questo sport sa regalare. Come è bello che per una volta (cosa assai rara) il cronista si ritrovi in cima all’ordine d’arrivo lo stesso nome con cui aveva «inaugurato» il taccuino dopo la partenza: proprio Favero infatti aveva dato fuoco alle polveri per primo, con un allungo all’altezza di Levico. Ha tentato di mordere già sulla Tenna, ma la foga rischiava di costargli cara: una curva presa male, caduta e botta alla schiena. Nulla di grave, come si vedrà poi. La corsa intanto, dopo il gpm di Tenna andato ad Andrea Manfredi è proseguita dando spazio ad altri sognatori di giornata (l’empolese Lorenzini, il lombardo Spangaro, il veneto Piccolo, allunghi tra Novaledo e Roncegno), con la pioggia che ha dato il suo contributo nel fare selezione: al primo passaggio per le vie di Borgo Valsugana, gruppo compatto, ma ormai – dopo anche l’asperità di Telve – si tratta di una cinquantina di corridori appena, degli oltre 280 che avevano preso il via. Più staccati, tra fatica e cadute (tutte senza grosse conseguenze: ricovero in ospedale per David Cologna, fortunatamente solo qualche botta), un’altra sessantina di ragazzi, che porterà a 119 il numero dei corridori giunti al traguardo. Davanti intanto, in vista della seconda riproposizione della Telve, ci hanno provato anche l’aurorino Andrea Toniatti e il veronese Davide Formolo, e all’ingresso in Borgo, davanti sono rimasti in venti. Il primo a muoversi, ancora in via Roma, è stato proprio Favero, che ha allungato con l’intenzione di anticipare la volata: proposito che gli è riuscito solo in parte: nel senso che si è presentato in via Spagolla davanti, ma la volata ha dovuto farsela tutta. Cosa che gli è riuscita comunque alla grande, perché nessuno nel rettilineo in leggera salita è riuscito a rimontarlo. Ed è così potuta scattare la grande gioia anche di papà Fiorenzo e del suo ds – come in ogni Coppa d’Oro, il vincitore ufficiale – Devido Pierobon. «E pensare che quando mi ha detto che voleva iniziare ad andare in bicicletta, non ero troppo convinto: non mi sembrava avesse la costituzione adatta per questo sport». A parlare è Fiorenzo Favero, l’ex professionista e papà di Emanuele. «Invece poi, dopo aver iniziato, tra gli Esordienti, sono arrivate le prime vittorie ». «Poi tra gli Allievi ha sofferto tanto, e ha patito anche parecchia sfortuna – spiega Devido Pierobon, il ds del vincitore – ma così ha ripagato ogni sforzio, suo e nostro». «Sono felicissimo – chiosa Emanuele – il mio sogno è quello di poter fare il professionista come il mio papà, ma anche dopo questa vittoria, resto con i piedi per terra» I magnifici undici. Ecco tutti i corridori trentini che sono riusciti, nella calca degli oltre 340 partenti e sotto una pioggia battente, ad arrivare al traguardo. Per un successo in casa, ancora nulla da fare: si guarda al 2009. All’arrivo: 9. Ceolan Luca, Aurora Petrolvilla; 10. Filosi Iuri, Montecorona Garbari Arcese; 12. Toniatti Andrea, Aurora Petrolvilla; 17. Osele Pietro, Veloce club Borgo; 24 Bortolotti Davide, Ciclistica Dro; 36. Trentin Daniele, Veloce club Borgo; 38. Agostini Matteo, Veloce club Borgo; 40. Moggio Leonardo, Veloce club Borgo; 42. Nardelli Stefano, Montecorona Garbari Arcese; 47. Gamper Samuel, Veloce club Borgo; 54. Moggio Eugenio, Liquigas Lago Rosso.

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